"Da Anton a Dandong: zattere, ponti rotti e passeggeri sul fiume Yalu", così si chiama la mostra a cura dell'architetto e artista Liang Chen, allestita in uno spazio artistico nel Parco 798 di Pechino. La mostra ruota attorno alla città natale di Liang Chen, Dandong. Nella mostra, non ci sono solo le narrazioni di operatori culturali di diverse generazioni di Dandong, basate sulle loro esperienze personali, ma anche le molteplici immaginazioni date dagli stranieri a questa importante città al confine nord-orientale della Cina.
La mostra non risponde volutamente alla tendenza del "Rinascimento nord-orientale", ma sulla base di una cronaca locale, amplia i confini della lingua, della geografia culturale e persino del tempo e dello spazio, creando un nuovo orizzonte oltre il concetto di Nazione stato.
Il nome Anton può essere fatto risalire al protettorato Anton istituito durante la dinastia Tang. Nel 1965 Anton cambiò il suo nome in Dandong. Questa città "Red East" gode di una meravigliosa vista sull'intera penisola coreana, attraverso il fiume Yalu.
Il fiume ha assistito a molteplici cambiamenti storici tra i quali troviamo proprio il cambio del nome della città.
La domanda "Dov'è la mia città natale?" è sospesa e la città natale nella memoria potrebbe essere un luogo che non potrà più essere restituito.
Solo in immagini come "zattere, ponti rotti e passeggeri di passaggio" la percezione della città natale può diventare incomparabilmente chiara, reale e vivace.
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