Che Jianquan è nato a Tianjin nel 1967. Dopo aver studiato per un master presso il Dipartimento di Pittura ad Olio dell'Accademia di Belle Arti di Guangzhou, è rimasto nella scuola per insegnare, attività che svolge tutt'ora.
Che Jianquan, oltre ad essere un maestro nell'arte della pittura, allo stesso tempo è un vero e proprio "appassionato di cinema", infatti per oltre 20 anni, ha raccolto più di 100.000 dischi di film in stretta sintonia con il contesto della storia del cinema, di diversi generi e prodotti da diversi registi.
A causa della sua ossessione per i film, ha gradualmente cercato di creare dipinti ad olio sotto forma di immagini.
Ha però poi ammesso in un'intervista, che più di 10 anni fa ha scoperto che il metodo di pittura su cui aveva insistito non poteva esprimere a pieno la sua esperienza speciale, quindi ha rinunciato per molti anni.
Dopo aver lasciato la pittura, ha fatto ricerche cinematografiche mentre cercava di girare cortometraggi, ma ha scoperto il nuovo valore della pittura da nuove creazioni video.
In questo momento considera "immagini" e "quadri" come testi. In questo modo, la pittura non è solo derivata dalle immagini, ma anche da nuovi testi: i due media sono interdipendenti, originati l'uno dall'altro e presi in prestito l'uno dall'altro.
Ad esempio, la serie di “padiglioni” in mostra è un'interpretazione di un dipinto dinamico da cavalletto: osservando le diverse stagioni, climi e momenti del paesaggio, l'artista dei quadri traccia il concetto di contemplazione nella tradizione culturale orientale e crea un'atmosfera diffusa. E l'atmosfera incerta, attraverso la sfocatura, apre il confine tra pittura e video, esprime l'eternità del momento e riflette il pensiero che porta ad interrogarsi su cosa sia la pittura nell'era del video.
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